“SENZA FINE”

Questo spettacolo parla dell’egiziana Ipazia, matematica, filosofa ed astronoma di Alessandra d’Egitto, scomparsa nel 415 dopo Cristo, barbaramente uccisa dai fanatici seguaci del vescovo Cirillo.
Il testo è stato pubblicato da Bollati Boringhieri nel 2005 in “Spazio, tempo, numeri e stelle”, presentato in lettura teatrale nel 2004. Il lavoro viene oggi proposto in un nuovo ricco allestimento ove un regista, Michele di Mauro, un tecnico teatrale, Lucio Diana, e un’attrice protagonista, Lucilla Giagnoni, tutti di fama internazionale, mettono in scena la storia di Ipazia. Una storia romanzata di Ipazia. Molti hanno scritto di questa grande matematica egiziana: questa, però, è biografia d’invenzione.
In quest’opera teatrale, Ipazia vuole risolvere il problema della quadratura del cerchio. Simbolo di questo suo interesse è un anello, che diventa per lei strumento per sfuggire alla morte. Nascosta nei sotterranei di Alessandria d’Egitto mentre i monaci la perseguitano, Ipazia legge la Bibbia, gira l’anello e diventa Eva. Capisce così che questo è un mezzo magico per viaggiare nel tempo. Infatti, ogni volta che lei leggerà un libro, ne diventerà la protagonista e vivrà la sua storia fino alla fine del volume stesso, dopo di che ricadrà nello spazio e nel tempo di prima, senza essere invecchiata. Di volume in volume diventerà Eva, Ottilia, Beatrice, Rossella, Orlando… pensando di essere sfuggita alla ruota del tempo, ma… proprio il libro da lei scritto sarà l’ostacolo che le impedirà d’essere immortale… a causa di un teorema di matematica. Il tutto è accompagnato da un video continuo su fondo musicale proiettato sulla volta semisferica del Planetario di Pino Torinese.

Il messaggio è che la cultura, la lettura e il sapere possono essere un mezzo per la quasi… immortalità, per vivere cioè molte vite.